L’era dei "cretini digitali"


Bentrovat@ !

"Esserci vuol dire essere presenti mentalmente ed emotivamente per il bambino quando siamo insieme a lui" (Daniel Siegel & Tina Payne Bryson)

Bentrovat@ Reader, passato bene il weekend lungo? Spero di sì!

Per chi non mi conosce, amo molto leggere. Trovo tanti spunti per il mio lavoro nei libri che leggo, siano essi di natura tecnica o letteraria, poco importa.

L’ultimo libro che ho divorato (nella traduzione portoghese) si chiama A fábrica dos Cretinos Digitais ed è del neuroscienziato francese Michel Desmurget. In italiano il libro si chiama Il cretino digitale ed è edito dalla Rizzoli.

L’autore risponde in modo molto puntuale ad una serie di semplificazioni dei mass media rispetto ai pericoli degli schermi (televisione, internet, social, videogiochi..) per * nostr* bambin* ed è il professionista più rigido che io abbia mai “incontrato” rispetto a questo argomento. Tuttavia, mi ha fatto venire in mente una diatriba in medicina sull’assunzione dell'alcol in gravidanza. Oggi sappiamo che è assolutamente sconsigliato bere sin dalla fase del preconcepimento, eppure tempo fa si pensava che un poco di alcol durante la dolce attesa non facesse male. Le ricerche invece sostengono che anche solo un bicchierino può avere effetti negativi sul feto (quindi non è la quantità la variabile più importante).

Penso che il punto di vista di Desmurget sia interessante e valga la pena di conoscerlo, soprattutto perché si fonda su tantissimi dati di ricerca e su campioni di popolazione infantile e giovanile molto numerosi. Conferma quello che già vedo da anni nella mia pratica clinica: molti bambini e adolescenti (sì, sono soprattutto maschi) che trascorrono ore e ore di fronte a vari schermi, con effetti nefasti sulle relazioni famigliari, sulla propria autostima, sul rendimento scolastico, solo per citarne alcuni.

Quali sono infatti i danni citati a lungo termine? Preparatevi, non è un elenco breve e per ovvie ragioni ho cercato di sintetizzare il più possibile.

  1. Alterazioni per quanto riguarda: sonno, memorizzazione, linguaggio, apprendimento, capacità attentive, risultati scolastici.

Ad esempio, per quello che riguarda lo sviluppo linguistico, molti studi sottolineano come l’utilizzazione degli schermi ad uso ricreativo perturbi significativamente lo sviluppo del linguaggio: maggiori sono i tempi di esposizione agli schermi, minori le conoscenze linguistiche. Il problema è spiegato dal fatto che gli schermi riducono la qualità e la quantità delle interazioni verbali con le altre persone, essenziali per sviluppare tali apprendimenti.

2) Problemi derivanti dalla sedentarietà delle attività, tra cui l’obesità ad esempio. L’obesità, tra l’altro, è predisposta anche dai citati problemi di sonno; il sonno, di cui abbiamo parlato anche nella precedente email (leggila qui) è importantissimo per il nostro cervello, soprattutto per quello in costruzione de* bambin* e molto spesso il tempo digitale è tempo sottratto al sonno.

3) Aumento di comportamenti di rischio in età adolescenziale/giovanile (assunzione alcol, tabacco, sesso non protetto e violenza) e peggioramento delle condizioni di salute mentale (depressione, ansia, suicidio).

Insomma, un quadretto per nulla edificante! Sebbene molte ricerche si riferiscano a bambini e bambine più grandi in età scolare ed adolescenti, è però confermato che la familiarizzazione agli schermi in tenera età renderà più facile l’uso/abuso negli anni a seguire (poi se i genitori non vedono il problema, quando se ne renderanno conto può essere ancora più difficile arginare i danni, oramai fatti, da psicoterapeuta sul campo lo posso solo che confermare).


A cosa ho trovato conferma nel libro:

  • parlare di nativi digitali è una frottola: il cervello dei bambini di oggi è uguale a quello dei bambini di ieri, ed evolutivamente avrebbe bisogno di migliaia di anni per adeguarsi alla realtà virtuale, perché è predisposto ad apprendere nella relazione con un Altro significativo in carne ed ossa (e non da uno schermo).
  • gli schermi non sono infatti la modalità migliore per l’apprendimento, quindi anche i migliori programmi educativi educano meno di quello che farebbe un buon libro o un essere umano.
  • il tempo digitale è tempo rubato ad altre attività molto più importanti e, soprattutto, alla relazione.

Quest’ultimo aspetto, a mio avviso, è l’aspetto più importante. Le nostre interazioni diventano sempre più mediate dalle tecnologie. Ma il neonato e il bambino hanno bisogno di una relazione fatta di baci, abbracci, carezze, braccia, sguardi. La presenza di un dispositivo “sporca la relazione”, soprattutto se affidiamo alla tecnologia quello che dovremmo fare noi persone adulte. Quanti bambini piccoli intrattenuti, già in tenerissima età, in casa o al ristorante per farli mangiare o farli stare buoni? O per gestire i "capricci"? Il telefonino, ad esempio, è un importante distrattore nella relazione, a volte solo per il fatto di essere lì, o di suonare. Queste micro-interruzioni contaminano il flusso relazionale (non è piacevole parlare con qualcun* che non stia là al 100% con te, sia che sia grande o piccol*, questo crea distanziamento e non favorisce l'intimità comunicativa).

Cosa è raccomandato quindi da Michel Desmurget rispetto alla fascia d’età che ci interessa, ovvero quella 0-6 anni? La sua risposta è molto semplice: niente schermi! Quando questo si rivela impossibile, a partire dai 2-3 anni meno è meglio e si devono scegliere contenuti lenti, non violenti e possibilmente educativi (anche i contenuti educativi non hanno dato grandi risultati a livello di promozione dello sviluppo nella fascia d'età inferiore ai tre anni). Le ricerche sottolineano come gli schermi non siano davvero essenziali per la crescita, al contrario invece del gioco autonomo (con cubi, puzzles, libri...) e dell'interazione con un altro essere umano significativo. Non dimentichiamoci anche dell’attività fisica (correre, saltare, arrampicarsi, fare le capriole...), parte essenziale che va assolutamente incentivata.

L’astinenza totale la vedi molto difficile, in un mondo iperconnesso?

Cosa fare dunque?

La migliore forma di preservare i nostri bambini è ridurre al minimo l’utilizzo di qualsiasi dispositivo: less is more. Le ricerche affermano che gli effetti negativi si iniziano a sentire già dopo l’ uso dei dispositivi digitali per un’ora. Poco? Se pensiamo in un’ottica cumulativa, un’ora al giorno moltiplicata per tutti i giorni degli anni dell'infanzia/adolescenza è un numero sorprendente.


Alcune “regole digitali”

  • no agli schermi prima di andare a scuola e prima di dormire (almeno un’ora e mezza dalla messa a letto)
  • no ad apparecchi digitali nella cameretta
  • niente schermi nei primi 6 anni di vita o, per lo meno, il meno possibile (mezz’ora approccio cauteloso, un’ora tollerante)
  • è importante che i no siano spiegati, in modo semplice e concreto, considerando l’età del bambin*.
  • proporre attività alternative agli schermi, quando possibile: costruzioni, puzzle, libri, palla, disegnare e fare attività motoria, dallo stare disteso per il bebè, al sedersi, al gattonare :-) fino al correre e saltare per chi è più grande.

Insomma, vivere più nel mondo reale e sottrarci (tutt*, noi dobbiamo essere di esempio!) al mondo digitale perché il cervello in costruzione di un bimbo e di una bimba piccola richiedono soprattutto interazioni significative, sia per qualità che per quantità.


Sfida della settimana

Qual è la tua relazione col mondo digitale? Durante questa settimana, fai una stima del tempo che passi guardando la tv o al telefono, tra social e videogiochi. Aiutati a tracciare il tempo attraverso la app del tuo telefonino e aggiungi le ore di tv e video-giochi (se usi la Playstation).

Crea dei momenti liberi dal digitale e cerca di resistere dall’essere connessa, utilizzali sia per te che per passare del tempo con * tuoi figl*. Sono curiosa di scoprire cosa succede!

Se vuoi raccontarmelo, io rimango in ascolto. Se dovessi avere bisogno di aiuto per equilibrare il digitale nella vostra dinamica famigliare, prenota una consulenza qui.


Grazie per aver letto, a presto!

Giovanna Fiore,

Responsabile Aree Perinatale e Infantile della Psychikós Clinic

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Sostengo le mamme a "trattarsi bene", prendendosi cura di sé stesse e de* loro bambin*, sin dalla gravidanza. Percorsi: Mi tratto bene, Psicologia e psicoterapia perinatale, Consulenze genitoriali. Per maggiori informazioni visita il mio sito www.benessereperinatale.eu.

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