Aiuto, mio figlio non (mi) mangia!


L'inappetenza è un problema di equilibrio tra quello che un bambino mangia e quello che sua madre si aspetta che mangi.

Carlos González


Salve Reader, benvenut@ e ben trovat@!

So che il cibo è un argomento molto caldo per molte mamme, soprattutto con bambini al di sotto dei 3 anni.

L’alimentazione è per alcuni un vero e proprio rompicapo. Ho pensato di parlarne, in attesa di una formazione che farò con Irene Chatoor e altri esperti giorno 3 giugno… non vedo l’ora di parteciparvi e di condividere con voi iscritt* alla newsletter aggiornamenti!

Passare dagli alimenti liquidi ai solidi, imparare a mangiare da soli e riconoscere i segnali di fame e sazietà sono le principali sfide alimentari nei primi anni di vita.

Una buona parte dei bambini sviluppa queste funzioni senza problemi, ma tra il 25 e il 50% dei genitori afferma che ha difficoltà ad alimentare il proprio figlio.

Così come i problemi nel sonno, le problematiche alimentari possono risolversi dopo i primi anni in modo spontaneo (ma è sempre consigliabile parlarne col pediatra di fiducia). Tuttavia, è importante impostare sin da subito un rapporto “sano” col cibo, per prevenire fame emotiva e veri e propri disturbi dell’alimentazione. Molto spesso il cibo è infatti qualcosa di simbolico: i disturbi alimentari negli adolescenti e adulti non parlano esclusivamente del rapporto col cibo, ma di controllo, autonomia, crescita, relazioni famigliari. C’è sempre molto di più in gioco di una questione di calorie (poche o molte che siano).

Cosa fare, allora per impostare un rapporto sano col cibo?

Di seguito ti darò alcuni spunti. Ricorda che, qualora sia preoccupata per queste problematiche, come detto è sempre fondamentale chiedere consiglio al pediatra, che potrà analizzare lo stato di salute del tu* bimb* e potrà indirizzarti al meglio. A volte, oltre allo psicologo e al nutrizionista, un'altra figura professionale da considerare è la logopedista (in relazione a possibile sensibilità sensoriale, ad esempio).

Andiamo allora a vedere insieme alcune linee guida fornite dalla dott.ssa Chatoor (che è una psichiatra esperta nei disturbi alimentari precoci):

  1. Aiuta tuo figlio a riconoscere quando è sazio. Per farlo, puoi strutturare l’orario dei pasti in modo regolare. A partire dagli uno-due anni, fare in modo che il bambino riesca a trascorrere circa 20 minuti/mezzora seduto insieme alla famiglia a mangiare. Per i piccoli inappetenti, fare porzioni piccole e ripeterle, se necessario: per alcuni bimbi, un piatto molto pieno può essere scoraggiante.
  2. Non proporre troppi alimenti a pasto (massimo 3-4 alimenti) e, soprattutto, una volta seduti non rialzarsi per cucinare altro.
  3. Non convincere, non minacciare e non forzarl* a mangiare di più o di meno, perché inutile e fonte di conflitto.
  4. Evita lodi e critiche. L’atteggiamento che compensa di più è quello neutrale: se tu* figli* si rende conto che mangiare è una performance per i genitori, capisce che mangiando o non mangiando può esercitare un “potere” su di voi. Si possono invece incoraggiare i progressi sull’autonomia (mangiare da solo, usare il cucchiaio, etc.).
  5. Evita di usare il cibo come ricompensa o dimostrazione di affetto. Questo tipo di associazioni di carattere emotivo è molto difficile da sradicare in seguito. Usare i dolci come premio per aver mangiato “cibo sano”, o come conforto, regalo o manifestazione di affetto, può spingere il bambino a diventarne dipendente, perché associa in modo automatico questo tipo di cibo alla sensazione di appagamento e felicità.
  6. Evita distrazioni: evitare libri, giochi e tv a tavola durante i pasti è importante perché essi allontanano il bambino dal concentrarsi sui propri segnali interni (di fame e sazietà).
  7. Se parla o gioca molto durante i pasti, forniscigli/le un momento speciale fuori dai pasti in cui giocare e parlare.


Reader, che ne pensi di queste linee guida? Già ne metti in pratica alcune?


Sfida della settimana: se tuo figlio o tua figlia ha difficoltà col cibo (mangia poco o troppo, o è molto selettiv*), inizia a mettere in pratica qualche cambiamento, iniziando da uno o due punti delle linee guida. Introduci i cambi, qualora necessari, a piccoli passi e poi fammi sapere cosa succede.

Se tuo figlio o tua figlia mangia che è un piacere, condividi questa email ad altre mamme a cui potrebbe essere utile.


Grazie per aver letto, a presto! Come sempre rimango in ascolto.

Giovanna Fiore,

Responsabile Aree Perinatale e Infantile della Psychikós Clinic e creatrice del Progetto Benessere Perinatale

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Giovanna Fiore - Psychikós Clinic

Sostengo le mamme a "trattarsi bene", prendendosi cura di sé stesse e de* loro bambin*, sin dalla gravidanza. Percorsi: Mi tratto bene, Psicologia e psicoterapia perinatale, Consulenze genitoriali. Per maggiori informazioni visita il mio sito www.benessereperinatale.eu.

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