Quando il dolore di una mamma parla più forte del pianto di un bambino


"Date parole al dolore: il dolore che non parla bisbiglia al cuore oppresso e gli ordina di spezzarsi"

William Shakespeare

Salve Reader,

Bentrovat@.

La scorsa settimana ti avevo scritto una lunga email sul secondo webinar che sto preparando, quello sulle prime separazioni. Ti avevo detto che molti problemi di inserimento nei contesti di asilo nido possono parlare di difficoltà non dei bimb*, ma degli adulti. E oggi ti voglio raccontare una storia.

C'è una scena indimenticabile per me, che risale a quando lavoravo in un nido come educatrice.

Stavamo avendo un inserimento molto difficile. Un bambino di poco più di un anno piangeva moltissimo. Un giorno mi soffermai sulla soglia del nido a parlare con sua madre, che aveva il bimbo in braccio. Lei mi disse: "Sai, sono orfana. Ho perso i miei genitori quando ero piccola. Mi pesa separarmi da mio figlio". F.M. era in braccio e le diede il suo biscotto. Fu un gesto tanto potente, lo commentammo. Il bambino sentiva il dolore della mamma e la voleva consolare. Come poteva affidarsi e fidarsi di altre persone, se sentiva l'angoscia che sua mamma stava provando? Però in quel momento, sua mamma mise parole alla sua angoscia e per lui fu importantissimo. Non era solo lasciare il figlio per qualche ora, c'era molto molto di più in gioco per questa mamma.

Dal giorno successivo, F.M. entrò sorridente al nido. Quella difficoltà a separarsi era della madre e parlava della sua storia, non di quella di F.M.: nel momento in cui se ne era rimpossessata, aveva "liberato" il figlio da un grande fardello emotivo.

Questa situazione reale si è svolta non in un contesto clinico, e proprio per questo racconta di quanto le mamme e i papà abbiano bisogno di contesti di accoglienza ed empatia per poter superare nel migliore dei modi le proprie sfide legate alla genitorialità. Anche di una conversazione improvvisata sulla soglia di un nido.

Non mi dimentico di questo episodio, perché quella mamma in quel momento mi fece un grande dono: mi permise di entrare nella sua vita personale, oltre che in quella di suo figlio.

Li penso spesso, a quest'ora F.M. deve avere già 13 anni! Spero che lui e la sua mamma stiano bene.

Questo episodio è stato per me fondamentale per capire come alcune difficoltà si possano dissipare, se c'è qualcuno che ci ascolta in modo amorevole e rispettoso.

Che una difficoltà di un bambino piccolo dice molto della relazione con l'adulto (non lo dico per stimolare il senso di colpa, ma responsabilità).

Che una mamma che si sente ascoltata è più tranquilla.

Che un bimbo che dà senso alle angosce (sue e della mamma) è un bimbo più sereno e può darsi il "permesso di crescere", di separarsi.

E che a volte basta "poco" per risolvere delle questioni che, se trascurate, possono diventare più grandi.

Che ne pensi di questo episodio? Se vuoi condividere una riflessione, ti aspetto qui.


Sfida della settimana: questo episodio del biscotto, cosa ti fa venire il mente? In chi ti sei identificat*, nella mamma o nel bambino? Qualora ti venisse in mente qualche episodio in particolare, puoi usare la scrittura. Quando scrivi, ricordati di descrivere i fatti, ma anche quello che hai sentito in quell'episodio.


Grazie per aver letto, a presto! Come sempre rimango in ascolto.

Giovanna Fiore,

Responsabile Aree Perinatale e Infantile della Psychikós Clinic e creatrice del Progetto Benessere Perinatale

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Giovanna Fiore - Psychikós Clinic

Sostengo le mamme a "trattarsi bene", prendendosi cura di sé stesse e de* loro bambin*, sin dalla gravidanza. Percorsi: Mi tratto bene, Psicologia e psicoterapia perinatale, Consulenze genitoriali. Per maggiori informazioni visita il mio sito www.benessereperinatale.eu.

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