Ciao Reader,
Benvenut@ e bentrovat@!
Dopo aver preparato il webinar sul pianto Pianto, non ti temo!, dopo una breve pausa sono già alle prese con la preparazione del secondo: quello sulle prime separazioni, l’ingresso al nido o l’affidamento a un parente o babysitter del bimb* nei primi due anni di vita.
Parlando con le mamme lavoratrici, infatti, il ritorno al lavoro (il motivo più diffuso per questa prima separazione) è un momento cruciale, una sorta di rito di passaggio pieno di tanti sentimenti contrastanti.
È un momento che può essere di sollievo, o di tristezza, o entrambe le cose… può essere un momento temuto, o desiderato, o entrambe le cose :-) . Una certa dose di ambivalenza fa parte, infatti, dell’esperienza della maternità e ciascuna ne vive le proprie sfumature.
Il cosiddetto work life balance (non è che sia una parola che mi faccia impazzire, ma tant’è) è un equilibrio precario e mai compiuto e, soprattutto, personale: ciascuna donna ha il suo.
Ciascuna famiglia ha, a sua volta, un proprio equilibrio: non è infatti solo un discorso individuale, ma anche di coppia: a volte l’ago della bilancia pende tutto sulla donna e così il carico diventa un macigno; in altre famiglie, il carico è distribuito e questa ripartizione più equa ha un impatto positivo, a sua volta, sul “balance” individuale.
Poi c'è un discorso più ampio sociale, che influenza anche il livello individuale e interindividuale: le politiche sociali, i pregiudizi di ruolo, ma non mi soffermo su questo punto, perché meriterebbe un approfondimento a parte.
La scelta di rientrare al lavoro è quindi una scelta che non è mai solo individuale, ma, come detto, ha a che vedere con dinamiche di coppia e famigliari, sociali e istituzionali. Ci sono tante sfumature, ma alcune sono le domande a mio avviso chiave che ogni donna si pone o si è posta:
- faccio bene a rientrare al lavoro? questo avrà delle conseguenze negative sul mio legame con mio figlio / figlia?
- rinunciare al mio lavoro è un buon investimento? Aggiungo qualcosa al mio bimb*? e a me?
- quali fattori devo tenere in considerazione nella scelta del nido (o babysitter, etc.)?
Come psicoterapeuta penso che il mio ruolo sia aiutare la mamma ad esplorare le motivazioni consce ed inconsce delle sue scelte, in modo che siano sempre fatte scelte consapevoli. (Parlo nello specifico di mamme, perché siamo noi donne che ci poniamo questi problemi).
Studiando l'attaccamento, inoltre, il mio ruolo è promuovere anche informazioni scientifiche su quelli che sono gli "attaccamenti multipli": sebbene la mamma sia una figura centralissima, soprattutto nei primi mesi di vita, non è tuttavia l'unica. Se poi non si è mamme single, il papà (o la partner) ha un ruolo importante: in modo indiretto, nel supportare l'altr* partner nella creazione del legame; in modo diretto, nel creare in prima persona una relazione sin da subito con l* neonat*.
In queste che chiamo esplorazioni, sono abituata a non esprimere alcun giudizio, ma a sollevare, spero con sensibilità, domande per cercare di scoprire insieme quanto queste scelte siano dovute, forzate, desiderate, temute, etc. La consapevolezza dell' impatto di questa prima separazione è importante, anche per prevenire eventuali difficoltà.
Molti problemi di inserimento nei contesti di asilo nido, infatti, parlano di difficoltà non dei bimb*, ma dei grandi. Ne parlerò più approfonditamente nell'email della prossima settimana.
Ci tengo molto a questo webinar, in cui voglio aiutare le mamme che stanno tornando al lavoro a vedere a questa separazione non per forza come a qualcosa che sottrae, ma a qualcosa che aggiunge: come cioè ad un momento di crescita per la propria famiglia, se fatto con testa e cuore.
Questo sarà un webinar dedicato alla coppia genitoriale, perché una famiglia con obiettivi comuni e divisione dei compiti è più forte nelle sfide connesse alla genitorialità, lo constato continuamente nella mia pratica clinica.
In attesa del corso, voglio darti alcuni piccoli spunti:
- solo con una sana dipendenza il tu* bimb* troverà successivamente la sua autonomia: molto spesso si accelerano dei processi, tuttavia la chiave non sta nell’autonomizzare il bambino prima per paura che soffra la tua mancanza, ma nel dare spazio ad altre relazioni di attaccamento importanti. Biologicamente sarai sempre la prima scelta del tuo bimbo o della tua bimba (per esempio se allatti), ma questo non toglie che parallelamente ci siano altre persone importanti con cui starà bene: padre/partner, in primis, babysitter, nonn* e altre persone di fiducia; molti bambini che si addormentano al seno, in mancanza della mamma, trovano un altro sistema, ad esempio, per addormentarsi col papà. E va tutto bene, se si rispettano i tempi e non si lasciano i piccoli in panne!
- Riconosci i tuoi bisogni, oltre a quelli del bambino. Questo ti permetterà di essere consapevole dei motivi per cui stai tornando a lavorare. A volte è solo per necessità, altre volte è realizzazione personale e ricerca di senso; questi processi creano dinamiche differenti che è bene tenere in conto. Possiamo ritornare energizzati dal lavoro così come svuotati e tristi, questo avrà un impatto nella relazione.
- Guarda alla tua coppia come ad una squadra. Se vi sentite un team e vi sosterrete reciprocamente, gestire il ritorno al lavoro di entrambi in modo armonico sarà più facile. Questa fase di adattamento è molto esigente e c’è solo un antidoto ai problemi che possono sorgere: parlare, parlare, parlare. Ascoltare, ascoltare, ascoltare. Mediare, mediare, mediare! Questo discorso vale anche per le coppie più "tradizionali": Qualora tu non lavori fuori casa o in smart working, stare a casa è un vero e proprio lavoro e crescere un figli* è un’impresa, per cui non è corretto che le attività di cura filiale, manutenzione della casa e di pianificazione debbano essere tutte sulle tue spalle.
- Pensa ad eventuali difficoltà in un'ottica "storica". lasciare il bambino ad un'altra persona che se ne prenderà cura potrà attivare memorie della tua storia infantile. Se hai vissuto traumi, abbandoni, lutti precoci, questo momento può essere molto delicato. Se senti qualche difficoltà a separarti dal bimb*, valuta se può avere a che fare non col qui ed ora, ma con "lì e l'allora". In analisi transazionale, le chiamiamo situazioni "Elastico", perché ci riportano indietro (senza che lo vorremmo) a modi di funzionare che, molto spesso, non ci aiutano più nel presente. Ne parlerò la prossima settimana.
C’è qualche tema che vorresti che trattassi in questo webinar? Fammelo sapere rispondendo a questa email!
Sfida della settimana: quali di questi spunti ti risuona di più? su quale ti senti più comoda o più in difficoltà?
Ricorda che il ruolo della psicologia perinatale è proprio questo: aiutare i genitori in questo meraviglioso, ma complesso viaggio nella nascita (non solo del bambino, ma anche nella tua nascita come madre o padre).
Grazie per aver letto, a presto! Come sempre rimango in ascolto.
Giovanna Fiore,
Responsabile Aree Perinatale e Infantile della Psychikós Clinic e creatrice del Progetto Benessere Perinatale